mercoledì 2 marzo 2011

Qui è troppo chiaro per dormire.. 4

E così fu. Due anni dopo le navi erano pronte, gli equipaggi erano formati e Hafthor Jonsen era pronto a lasciare il suo fiordo, che era la sua terra e il suo mare, per affrontare il grande oceano e tutte le difficoltà che gli si paravano davanti. Ma Hafthor Jonsen non abbandonava solo la sua casa e la sua vita di pescatore.

Quando il guerriero Hrolf era ripartito ed era arrivata la prima neve dell'autunno, Hafthor Jonsen si era offerto per riparare il tetto della casa di Anon Anonsen per guadagnare un sacco di farina che gli sarebbe stato utile durante l'inverno. Anon Anonsen possedeva alcuni acri di terreno fertile nella valle, quattro vacche bianche e alcune capre, che ne facevano uno degli uomini più rispettati della comunità. Anon aveva anche una figlia di nome Agnes, che aveva lunghi capelli biondi sottili come la seta e grandi occhi chiari. Un giorno che Hafthor Jonsen stava tagliando nell'aia dei grandi tronchi per farne travi nuove per il tetto, vide uscire dal bosco Agnes, che tornava verso casa con le capre ed il fratellino Petter. Quando lei si avviò , egli si tolse il berreto e le rivolse uno sguardo rispettoso ma non insistente. Agnes abbassò gli occhi ed entrò in casa. Hafthor Jonsen era quasi sicuro che il suo passo fosse accellerato e le sue guance fossero arrossite. Continuò il suo lavoro d'ascia. Quello fu il loro primo incontro. Ma lui non lo dimenticò. Nei giorni successivi Hafthor Jonsen si recò di nuovo alla fattoria per continuare la riparazione del tetto, ma non ebbe modo di rivedere quella fanciulla che lo aveva colpito con la sua grazia e con la sua innocente ritrosia. Anon Anonsen pagò il pattuito e Hafthor Jonsen tornò alla sua vita di pescatore. Non era più stagione per tornare in mare aperto e così passava le brevi giornate a fare piccoli lavori, a riparare le reti e a raddrizzare le fiocine.
La sera del solstizio d'inverno Hafthor Jonsen scese al villaggio per partecipare alla festa che ogni anno si svolgeva per invocare il ritorno della luce e per ingraziarsi le divinità della notte. In quella occasione le ragazze indossavano corone adornate di candele accese e sfilavano cantando inni fino alla roccia più alta che sovrastava le case. Sembrava un fiume di luce che saliva verso il cielo e che chiedeva al cielo che riportasse la luce e la vita.
Le ragazze indossavano le vesti bianche più belle che possedevano. Ma oltre a mostrare la loro purezza cercavano più maliziosamente di mettersi in mostra. Era questa infatti un'occasione per trovare marito. Tra le ragazze che partecipavano alla processione quell'anno c'era anche Agnes, la figlia di Anon Anonsen e i suoi occhi, illuminati dalle candele, apparvero subito a Hafthor Jonsen azzurri e puri come l'acqua del suo amato fiordo. Lui li guardò e non riuscì più a staccarsene.


4. continua -

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